venerdì 20 novembre 2009

De André, la fierezza di essere contro

Fabrizio De Andrè: la fierezza di essere contro
Fabrizio De André ci ha lasciati dieci anni fa in modo discreto, come discreto era il suo sorriso. Non altrettanto può dirsi della sua opera, che invece è sempre stata “invasiva” e “corrosiva”. Con De André è scomparso un amico che ha accompagnato le nostre riflessioni, che ci ha regalato preziosi momenti di poesia. Ma la sua morte ha lasciato orfani, soprattutto, quanti continuano a volere un’Italia contraria al conformismo, perché la sua è stata, e continua ad essere, una voce libera ed anarchica, se non altro per il coraggio e la coerenza d'aver scelto di sottolineare i tratti nobili degli sconfitti, e di averli affrancati dai ghetti cui spesso sono destinati dai più. Nel decennale della sua scomparsa, saranno molte le manifestazioni dedicate al suo ricordo. L’evento più emozionante sarà forse la serata speciale che la trasmissione televisiva, condotta da Fabio Fazio, “Che tempo che fa”, gli dedicherà l’11 gennaio. Speciale, perché moltissime radio si collegheranno in diretta con la trasmissione, e quindi ci sarà un momento in cui su tutte le frequenze radio, contemporaneamente, si ascolterà una canzone di Faber, è così che lo chiamano gli intimi. All’Auditorium di Roma, Ernesto Assante e Gino Castaldo, noti critici musicali, dedicheranno il 12 gennaio, una serata alla musica, ai pensieri, al ricchissimo lavoro di De Andrè, e ripercorreranno le tappe del suo percorso artistico nella canzone d’autore e nella poesia; una poesia semplice ed essenziale, in grado di raggiungere tutti. Un viaggio, quello di Fabrizio De Andrè, cominciato negli anni Sessanta e giunto fino agli anni Novanta. Un cammino che ebbe inizio dalla Via del campo, prolungamento del famoso carrugio genovese di Via Pré, strada tanto proibita di giorno, quanto ambita e frequentata di notte. È in quel ghetto di umanità respinta, ma segretamente bramata, che hanno preso corpo le sue ispirazioni, è lì che è nata la sua antologia di vinti, la cui essenza di persone contava per De Andrè, più delle loro azioni e del loro passato. Ad accompagnare Assante e Castaldo saranno due “grandi” della storia della musica italiana, Nicola Piovani e Mauro Pagani. Entrambi, compagni di lavoro e di vita del cantautore genovese, due collaboratori preziosi che hanno arricchito, con la loro genialità, l’opera di De Andrè. Naturalmente si canteranno le sue canzoni, tra le quali una bellissima versione del brano “Ho visto Nina volare”, arricchito dalle voce stessa di Fabrizio De Andrè. Non mancheranno le piazze e i molti luoghi, dove, come ormai avviene da 10 anni, molti giovani, senza dirsi niente, si radunano con le chitarre per cantare il meraviglioso affresco umano di chi, per usare le parole di De Andrè, “ha perso la strada”, ma che grazie a lui, ha acquistato dignità di esistere. Luigina Dinnella.

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